Conversazione con la morte

di Giovanni Testori – Debutto 2019

È un testamento dell’autore, ma non è una semplice o banale testimonianza che imprime sulle pagine lo sfogo di un uomo di teatro, alla fine della sua carriera. Non possiamo, quindi, considerare questa conversazione una chiusura alla vita, è anzi una riflessione importante su ciò che è stato, su ciò che si è apprezzato, perduto, dimenticato, desiderato. Una conversazione con la vita, quella stessa che, alla fine del nostro viaggio-percorso, chiamiamo poi morte.

I riferimenti biografici sono evidenti, dal pensiero alla madre e alla sua dipartita, al rapporto con la religione cristiana, attraverso la visione di immagini apocalittiche, di migrazioni dell’anima, fino al simbolico personaggio dell’ombra-capretta, interlocutrice silenziosa, inesistente o immaginaria.
Vita/morte e teatro sono indissolubili, sono riti equivalenti di finitudine corporea entro cui riflettere l’esperienza dell’esistenza umana e la relativa sete d’infinito.

Per l’interprete una sfida, un’opportunità, un dono alla Compagnia nel suo quarantennale di attività sul palcoscenico.